Il trattato di
Versailles del 1919 separò Danzica dalla Repubblica di Weimar. Così il 20
gennaio 1920 venne istituita la
Libera Città di Danzica (Freie Stadt Danzig) governata da un
commissario nominato dalla Società delle Nazioni e comprendente la città
stessa, il porto e un piccolo territorio circostante. Alla città fu negata
l'autodeterminazione, nonostante la maggioranza di cittadini, di lingua
tedesca, chiedeva la riunificazione con la Germania. Si
garantiva in questo modo alla Polonia la possibilità di adoperare Danzica come
porto, senza però subordinare la consistente popolazione tedesca della città al
governo polacco.
Le potenze alleate imposero l’unione doganale con la Polonia, la quale avviò la
costruzione di un porto militare a Gdingen, un piccolo villaggio a 25 km da Danzica. Ciò dette
inizio a una massiccia emigrazione di polacchi nell’area: Gdingen (in seguito Gdynia)
aveva 1000 abitanti nel 1918, vent’anni contava oltre 100000 abitanti polacchi.
Il 1° settembre 1939, le truppe tedesche invasero la Polonia, iniziando la
seconda guerra mondiale. Il 2 settembre la Germania si annessela la
Libera Città. Nell'ottobre 1939 Danzica, insieme al resto della
Pomerania polacca, formò il Reichsgau (distetto amministrativo) di
Danzica - Prussia Occidentale (Danzig - Westpreussen).
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