giovedì 11 luglio 2013

Terre scomparse: la Libera Città di Danzica






Il trattato di Versailles del 1919 separò Danzica dalla Repubblica di Weimar. Così il 20 gennaio 1920 venne istituita la Libera Città di Danzica (Freie Stadt Danzig) governata da un commissario nominato dalla Società delle Nazioni e comprendente la città stessa, il porto e un piccolo territorio circostante. Alla città fu negata l'autodeterminazione, nonostante la maggioranza di cittadini, di lingua tedesca, chiedeva la riunificazione con la Germania. Si garantiva in questo modo alla Polonia la possibilità di adoperare Danzica come porto, senza però subordinare la consistente popolazione tedesca della città al governo polacco.


Le potenze alleate imposero l’unione doganale con la Polonia, la quale avviò la costruzione di un porto militare a Gdingen, un piccolo villaggio a 25 km da Danzica. Ciò dette inizio a una massiccia emigrazione di polacchi nell’area: Gdingen (in seguito Gdynia) aveva 1000 abitanti nel 1918, vent’anni contava oltre 100000 abitanti polacchi. Il 1° settembre 1939, le truppe tedesche invasero la Polonia, iniziando la seconda guerra mondiale. Il 2 settembre la Germania si annessela la Libera Città. Nell'ottobre 1939 Danzica, insieme al resto della Pomerania polacca, formò il Reichsgau (distetto amministrativo) di Danzica - Prussia Occidentale (Danzig - Westpreussen). 






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